E se la smettessimo di ascoltare i calciatori che si battono la mano nel cuore e dicono mielose frasi d’amore?

In questi giorni di calciomercato ne stiamo sentendo di tutti i colori. Giocatori che arrivano e partono, che ritornano ed esclamano in conferenza stampa di essere ritornati a casa. Eppure, a noi giornalisti ci tocca scrivere ciò che ascoltiamo, vediamo e riferiamo con dovizia di informazione. Così ha detto Di Maria: “Impossibile dire di no alla Juve se ti sta dietro per 40 giorni. Adesso mi sento in famiglia”. Ricordiamo che l’argentino ha firmato un contratto per un anno sulla base di cinque milioni e mezzo di euro che può estendersi fino ai sette, mentre al suo entourage è stata riconosciuta una commissione di un milione e trecentomila euro. E cosa dice invece Paul Pogba? :”Alla Juve sono a casa, la mia è stata una scelta di cuore. Con i suoi 29 anni, il polpo ha firmato un contratto che lo lega alla Juve per quattro anni con otto milioni di euro l’anno a cui ci sono da aggiungere i vari bonus. Cifre importanti che fanno riflettere su un calcio che scoppia e che nonostante da tanti anni si invochi il tetto massimo su cui trattare acquisti, vendite e ricchissimi contratti da devolvere ai giocatori e ai loro agenti, ebbene, nulla accade di tutto questo se non la rincorsa a chi offre di più per questo o quel giocatore. Una macchina perversa di denaro in un tempo di crisi economica in cui rende assolutamente inaccettabile ascoltare parole tipo quelle appena riportate e dette da Di Maria e Pogba. Ma intendiamoci, abbiamo solo preso a caso questi due calciatori appena arrivati alla Juventus, ma la stessa cosa possiamo dire anche con altri Top Player che arrivano in Italia con il vanto di declamare che per giocare con tale squadra si sono pure ridotto il loro ingaggio. Vedi anche Lukaku che per tornare all’Inter in prestito si è decurtato il suo cachet  e riceverà otto milioni l’anno più un massimo di cinque milioni di superbonus legati ai trofei vinti. Insomma, come ti giri, giri, realizzi la scoppiettata di milioni di euro che circolano come fossero bruscolini. Lo sappiamo, con questo pensiero non facciamo altro che scoprire l’acqua calda, tuttavia, questo sistema calcio che incombe in generale in tutta Europa, ha maggior peso in Italia proprio per quella mancanza di valorizzazione dei nostri giovani che, magari con contratti meno onerosi, darebbero la possibilità alla nostra Nazionale di crescere per ritornare ai livelli che competono al nostro football. Ma, evidentemente, non gliene frega niente a nessuno. E’ il neo del nostro calcio, è l’esagerazione di uno sperpero di denaro che suona come un allarme a rivedere presto il sistema se non lo si vuole collassare. Ok, gli interessi in ballo sono davvero tanti e in bilancio la voce apportata dalle entrate derivanti dagli sponsor, dal marketing e dal merchandising, alletta sempre più a investire su Top Player di tale portata, piuttosto che in illustri sconosciuti che hanno bisogno di tempo e pazienza per essere seguiti. E’ la fretta che brucia per vincere subito e divora ogni logica pallonara che dal punto di vista etico è lasciata andare alla deriva. Ma poi che importa se da parte dei calciatori sentiamo ipocrite parole e vediamo gesti di entusiasmo con relativi baci di magliette che francamente sanno di presa in giro, che importa. Però che bello sarebbe invece sentire dire: Sono venuto qui a giocare perché questa è casa mia, perché questi sono i miei tifosi e, di conseguenza, ho firmato un contratto con un minimo salariale. Un film che non danno da nessuna parte. Lo sappiamo, così dovrebbe essere ma non lo sarà mai. E allora teniamoci ciò che non possiamo neanche contestare, perché questo è il sistema calcio che dal punto di vista dell’acquisto del cartellino e della firma del contratto ne lieviterà sempre più i milioni di euro, distruggendo ciò che un gioco non lo è più da tanto tempo.Impossibile dire di no alla Juve” – “Alla Juve sono a casa, la mia è stata una scelta di cuore”.

Salvino Cavallaro                

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